Il diaframma è un grande muscolo striato a forma di cupola, che separa la cavità toracica da quella addominale, con diverse aperture da cui passano esofago, vasi sanguigni e nervi. E’ suddiviso in pilastri che prendono contatto con le vertebre lombari e con le coste (dalla settima alla dodicesima), E’ il nostro principale muscolo inspiratore. Quando si contrae, il diaframma si muove verso il basso, nella cavità addominale, per circa 10 cm, provocando di conseguenza l’allungamento e l’allargamento della cavità toracica, che permette l’espansione dei polmoni. Altri muscoli coadiuvano l’azione del diaframma nell’inspirazione: gli intercostali esterni, gli scaleni, gli elevatori delle coste e delle scapole, i pettorali, il dorsale, il trapezio. La principale azione di questi muscoli secondari, durante l’inspirazione, è dunque quella di elevare, cioè innalzare scapole e spalle. Non a caso, durante l’attività sportiva, quando un atleta è in affanno o ha difficoltà respiratoria a seguito di uno sforzo intenso, si suggerisce di sollevare le braccia e di aprire il più possibile il torace.
Come abbiamo detto, questi muscoli sono “aiutanti” del diaframma, ma provate a pensare a cosa succede quando il diaframma non funziona al meglio, quando ad esempio abbiamo difficoltà a respirare bene, a seguito di un prolungato periodo di stress, a un momento di depressione, o semplicemente durante la gravidanza o dopo un pasto abbondante, quando lo stomaco si trova più gonfio del solito, impegnato nel lavoro di smaltimento del cibo ingerito. Infatti, poichè il diaframma contraendosi scende nella cavità addominale, se incontra organi ingrossati o infiammati, ha difficoltà a svolgere a pieno la sua funzione, trovando una sorta di blocco sul suo cammino, che lo costringe a fermare la sua discesa. Ma cosa comporta questo? La prima conseguenza è sicuramente la necessità di respirare più velocemente, ma soprattutto, per quanto riguarda la nostra postura, i muscoli aiutanti, secondari dell’inspirazione, devono lavorare di più, perché a loro resta il compito di sollevare le coste, aumentare l’ampiezza del torace, con conseguente sovraccarico di muscoli trapezio, elevatori delle scapole, dorsale, che si contraggono più del dovuto e senza pausa. Da una respirazione diaframmatica si passa a una respirazione costale. Conseguenza? Dolori a spalle, collo, oltre che affanno e difficoltà a dormire e riposare bene.
Abbiamo nominato anche ansia e depressione. La respirazione sappiamo che è inconscia e involontaria e dipende dai centri respiratori encefalici che regolano l’attività dei muscoli respiratori, adattando la frequenza e la profondità della ventilazione polmonare e inviando comandi motori ai muscoli dell’inspirazione e dell’espirazione. Esistono anche dei centri superiori che possono influenzare la respirazione, agendo direttamente sui muscoli respiratori. Questi centri sono localizzati nella corteccia cerebrale e nell’ipotalamo, quindi strettamente connessi con le nostre emozioni, e possono di conseguenza modificare il ritmo e la profondità del nostro respiro.
E’, quindi, fondamentale andare a verificare, tra le cause che generano dolore al tratto cervicale e alla parte alta della schiena, anche il blocco del muscolo diaframma. Una volta individuato il problema si può intervenire per eliminare la causa. Quando si tratta di problemi legati allo stress e all’ansia, a volte è sufficiente svolgere degli esercizi per favorire la respirazione diaframmatica. In altri casi, invece, è necessario effettuare la “manovra delle emozioni” e fare un vero e proprio massaggio al diaframma per rilassarlo e permettergli, quindi, di contrarsi nel modo corretto.
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