Léopold Busquet individua cinque catene degli arti inferiori, responsabili della statica e dei movimenti delle articolazioni. Per assicurare stabilità e mobilità, le catene muscolari sono organizzate su un programma rigoroso e metodico, quindi ben organizzato, e permettono un perfetto equilibrio del nostro scheletro, quando agiscono in sintonia tra loro. Le catene sono: statica laterale, di flessione, di estensione, di apertura, di chiusura.
Quando questa sintonia viene a mancare, perchè una di queste catene muscolari prevale sulle altre, o quando uno o più muscoli di una catena sono iperattivati, o ipercontratti, si genera uno squilibrio, tanto in statica, quanto in dinamica.
Prendiamo, ad esempio, il ginocchio valgo, determinato dall’iperattivazione dei muscoli della catena di chiusura, che segue la parte interna della coscia, si dirige verso il basso e verso l’esterno, passa per la rotula e continua verso la parte esterna della gamba, fino ad arrivare al bordo esterno del piede e terminare sul V dito.
I muscoli principali di questa catena e responsabili del ginocchio valgo sono quindi: gli adduttori, il vasto mediale e il semitendinoso della coscia, il gastrocnemio esterno (gemello laterale) e i peronei della gamba e l’abduttore del V dito del piede. L’ipercontrazione di questi muscoli col tempo crea la rotazione interna della parte prossimale del femore, dando origine al ginocchio valgo e al piede pronato, che andrà verso l’interno, mentre le rotule sono convergenti.
Prendiamo, ad esempio, il vasto mediale; questo muscolo lavora in modo costante e di conseguenza si atrofizza col tempo, perdendo la sua rapidità e capacità di contrazione. Ciò, però, non significa che sia debole per insufficienza di forza e tonicità, ma per sovraffaticamento.
Un’attenta valutazione posturale può evidenziare quali muscoli sono responsabili di un determinato squilibrio. Successivamente, decontrarre quei muscoli e restituire la giusta tonicità alle varie catene può correggere la postura, eliminare le tensioni e il dolore.