Durante il giorno acquisiamo nuove informazioni grazie all’attività dell’ippocampo, che può essere considerato come un archivio temporaneo in cui accumulare nuovi ricordi, ma di capacità limitata.
Durante la fase di sonno non-REM leggero, trasferiamo le informazioni dall’Ippocampo alla corteccia, area deputata a conservare i ricordi a lungo termine. È grazie all’attività delle onde lente cerebrali del sonno profondo non-REM, che riusciamo a trattenere i ricordi a lungo e, in alcuni casi, anche per sempre, e siamo in grado di discernere cosa consolidare e cosa, invece, dimenticare.
Inoltre, La memoria procedurale o implicita si utilizza nel momento in cui dobbiamo mettere in atto una performance, come andare in bicicletta o suonare uno strumento; consiste in quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. La pratica, seguita da una notte di sonno, rende perfetti!
Quali sono i disturbi del sonno?
Numerosi studi ci forniscono i dati sulle importanti ripercussioni sul cervello e su ogni sistema fisiologico del corpo per la carenza di sonno. Ogni fase del sonno, non-REM e REM, offre al cervello e al corpo benefici diversi in momenti diversi della notte. Di conseguenza, non esiste un tipo di sonno più essenziale degli altri e la perdita di una qualsiasi tra le varie fasi del sonno può causare dei disturbi.
Innanzitutto, diciamo che esistono 80 disturbi del sonno, decritti in quattro macro- categorie:
A) Disturbi del ritmo circadiano sonno-veglia;
B) Dissonnie: disturbi della qualità e della quantità del sonno che vengono distinti in insonnie ed ipersonnie.
L’insonnia, nella forma più grave, richiede una diagnosi, quando si manifestano difficoltà ad addormentarsi, a restare addormentati, quando ci si sveglia molto presto al mattino, quando si accusano disturbi diurni legati al non aver dormito la notte, quali scarso rendimento professionale o scolastico, disturbi del tono dell’umore, come stress e ansia.
Lo stress è la prima causa di insonnia, perché causa iperattivazione del ramo simpatico del SNA, responsabile della risposta attacco/fuga. Inoltre, aumenta l’ormone del cortisolo e dei neurotrasmettitori adrenalina e noradrenalina, con conseguente aumento del battito cardiaco. Il metabolismo risulta accelerato con una temperatura del corpo più elevata. Infine, Amigdala, Ippocampo e i centri di vigilanza del tronco encefalico restano attivi.
L’insonnia, è causata anche da: luce elettrica, che blocca il segnale dell’arrivo dell’oscurità e il concomitante rilascio di melatonina; la regolazione della temperatura; la caffeina, che si lega, bloccandoli temporaneamente, ai recettori cerebrali dell’adenosina, una sostanza chimica che raggiunto il picco induce il bisogno di dormire. Un altro nemico del buon sonno è l’alcol, che, tra gli effetti nocivi, è uno dei più potenti soppressori del sonno REM. Ovviamente, la tanto odiata sveglia! Basti pensare che nessun’altra specie interrompe il sonno in modo prematuro e artificiale!
Per Ipersonnia, invece, si intende una condizione di eccessiva sonnolenza diurna che può comportare frequenti assopimenti o addormentamenti anche di breve durata. La più comune causa di eccessiva sonnolenza diurna, nella nostra società, è la deprivazione cronica di sonno.
C) Parasonnie: fenomeni che si manifestano durante il sonno, ma che non comportano necessariamente una riduzione della qualità o quantità del sonno;
D) Disturbi associati a patologie mediche o psichiatriche.
Ma cosa accade a seguito della privazione di sonno?
Diminuisce il tempo di reazione; soggetti che abbiano subito una privazione di sonno (da qualche ora fino a tutta la notte) non solo siano più lenti nel fornire una risposta rispetto alla loro baseline, ma anche alcune reazioni sono del tutto assenti.
I partecipanti ad uno studio di ricerca con neuroimaging, dopo una notte passata svegli, mostravano un pattern di attivazione dell’amigdala, in risposta ad immagini con contenuto emotivo negativo, di oltre il 60% rispetto ai partecipanti che avevano dormito la sera prima. Quando dormiamo poco, quindi, produciamo reazioni emotive amplificate e inappropriate.
In risposta ad esperienze piacevoli e gratificanti, nei soggetti privati di una notte di sonno, è iperattivo il corpo striato, struttura sottocorticale, ricco di dopamina e associato ad impulsività e ricompensa.
Come per l’amigdala, l’aumentata sensibilità di quest’area è legata alla perdita del controllo inibitore da parte della corteccia prefrontale. Un sonno insufficiente spinge il cervello ad oscillare in modo eccessivo tra i due estremi dell’emotività, dal positivo al negativo.
Negli ultimi 50 anni, ogni esperimento che ha investigato l’impatto di una carenza di sonno sul corpo umano ha osservato un sistema simpatico più attivo del normale. Il sonno profondo impedisce un’escalation di stress fisiologico che è sinonimo di aumento della pressione arteriosa, arresto cardiaco, insufficienza cardiaca e ictus.
Dormire meno di 7 ore per notte incrementa la probabilità di aumentare di peso, di essere sovrappeso oppure obesi e accresce in modo significativo la probabilità di ammalarsi di Diabete di Tipo 2.
La reazione del corpo alla perdita di sonno assomiglia al fenomeno della resistenza all’insulina, l’ormone che aiuta l’organismo ad utilizzare il glucosio per produrre energia. Quando è presente la resistenza all’insulina, le cellule non utilizzano l’ormone in modo efficace e il glucosio si accumula nel sangue aumentando così i valori di glicemia.
Numerosi studi di ricerca concordano nell’affermare che un sonno inadeguato (meno di 6 ore a notte) causa la diminuzione della concentrazione dell’ormone della sazietà, la leptina e l’aumento dell’ormone che istiga la fame, la grelina. Inoltre, la mancanza di sonno comporta un aumento dei livelli diendocannabinoidi nel sangue. La combinazione di questi due dati produce un messaggio molto chiaro per il cervello: mangiare più del necessario. Inoltre, diminuisce il senso di soddisfazione dopo aver mangiato e, nella dieta, impedisce una perdita di peso efficace
C’è altro?
Il sonno influisce sugli aspetti fondamentali del sistema riproduttivo sia maschile che femminile. Negli uomini la carenza di sonno è correlata a livelli di testosterone molto più bassi di quelli di età e condizione sociale simile, ma che non hanno disturbi del sonno. Inoltre, nei soggetti che riportano di dormire troppo poco (meno di 5 ore a notte) la conta spermatica è inferiore del circa 30% rispetto a soggetti sani.
Nelle donne, invece, dormire meno di 6 ore per notte risulta in una caduta del 20% dell’ormone che stimola la crescita dei follicoli, l’FSH (ormone follicolo-stimolante), elemento fondamentale per il concepimento.
In ultimo, un gran numero di importanti studi epidemiologici ha riportato che il lavoro notturno su turni e i conseguenti problemi al ritmo circadiano e al sonno, alza di molto le probabilità di sviluppare diverse forme di cancro: al seno, alla prostata, dell’utero o dell’endometrio e del colon. Indagini sperimentali condotte sui topi hanno mostrato come rispetto al gruppo di topi ben riposati, quelli che avevano dormito meno presentavano un aumento del 200% nella velocità e nell’estensione della crescita tumorale. Non solo, nel gruppo di topi privato del sonno il tumore era significativamente più aggressivo, con metastasi diffuse.